La bonifica al voto in Parlamento per l’ex Ilva è bloccata a causa dei dissidi all’interno della maggioranza.
In Senato la proposta di bonifica per il colosso di acciaio di Taranto è rimasta bloccata. M5s, Pd e Leu hanno votato un emendamento dei 5 Stelle che si oppone alla proposta del governo di impiegare 150 milioni per le bonifiche nella produzione delle Acciaierie italiane, gli eredi di ArcelorMittal dell’ex Ilva Mentre Forza Italia e Lega invece si allineano al governo.
La votazione finisce in parità salvata solo per i voti del renziano Marino e due senatori di Fratelli d’Italia che si astengono. Il Pd pur di non rinunciare all’alleanza con il M5S si è messo di traverso contro il governo, nonostante le indicazioni del segretario Letta che ha ricordato ai suoi di essere d’accordo con l’esecutivo non con le opposizioni dei 5 stelle. La coalizione tra i due partiti trema di nuovo. La situazione si fa sempre più dura, il Pd sostiene il governo mentre Conte e i grillini stanno diventando sempre più ferventi oppositori.
Di mezzo c’è la questione che sembra irrisolvibile dell’ex Ilva che non è la prima volta che spacca la maggioranza. Per questo, Salvini ha chiesto l’intervento di Draghi al suo rientro dall’America. Mentre nel Pd arrivano le scuse ai vertici dal senatore Collina che si assume la responsabilità. “La scelta nasce solo dalla volontà di non rompere un’alleanza politica che sul territorio tarantino sostiene un candidato sindaco”, si giustifica il dem.
I 5 stelle si impuntano di nuovo contro il governo
Nonostante il parere contrario del governo, i 5 stelle hanno lanciato questo emendamento dove si aspettava la contrarietà, bloccando per la seconda volta il futuro dell’ex Ilva. I grillini vogliono eliminare la proposta del ministero dello Sviluppo economico di destinare a progetti di decarbonizzazione i fondi per le bonifiche. “Il progetto di decarbonizzazione, così com’è, è indefinito. Vogliamo chiarezza sull’entità dei fondi, sul reale fabbisogno economico e l’impatto preventivo su ambiente e salute”, si impuntano i 5 stelle.
Grazie all’astensione di FdI il boicottaggio pentastellato fallisce. Ma questo dimostra la fragilità del governo e della maggioranza continuamente minata soprattutto dal M5S. “Abbiamo scelto l’astensione anche per dimostrare plasticamente le spaccature che ci sono nella maggioranza su temi fondamentali” ha dichiarato Bertoldi di FdI. E per Marino di Iv è il segno che “la smania elettorale è troppa e punta a far fibrillare un governo autorevole come quello di Draghi pur di risalire nei sondaggi”.